ASSOCIAZIONE PER I DIRITTI DI CITTADINANZA

Empoli

giovedì 25 febbraio 2010

PROGRAMMA DEL PRIMO MARZO EMPOLESE, TAMALES DE CHIPIL IN CONCERTO


Si è svolta oggi la conferenza stampa di presentazione del Primo Marzo 2010 dell'empolese-valdelsa. Il nostro Primo Marzo antirazzista sarà giallo, come quello di tutte le piazze d'europa. Quindi invitiamo tutte le persone che vogliono partecipare all'iniziativa a indossare abiti gialli se possibile, o a portare un nastrino giallo attaccato da qualche parte.
Sarà un Primo Marzo che catalizzerà la solidarietà di molti artisti e artiste del territorio, in molti si sono interessati all'iniziativa, segno che la questione del razzismo, sia di quello delle leggi (Bossi-fini e pacchetto sicurezza in primis) sia di quello diffuso e strisciante nella nostra società in crisi, è molto sentita anche nel territorio dell'empolese-valdelsa.
La giornata si svolgerà in Empoli, con un presidio fisso in Piazza della Vittoria dalle 15 del pomeriggio fino alle 20.30 della sera. Al presidio si alterneranno gli artisti del territorio che hanno dato l'adesione, i giocolieri, i musicisti, il laboratorio di hip-hop Urban Being, nato da qualche mese a Empoli...
Il momento focale della giornata sarà intorno alle 18, quando in contemporanea in tutta Italia lasceremo volare liberi i palloncini gialli ecologici che il comitato nazionale ha preparato per l'occasione, faremo un corteo antirazzista per le vie del centro storico di Empoli e ascolteremo il concerto dei TAMALES DE CHIPIL, che per l'occasione hanno pensato di riunirsi per un concerto straordinario, in una giornata che segnerà, come noi tutti ci auguriamo, un nuovo inizio, da cui partire per costruire un nuovo concetto di cittadinanza. Il cammino è lungo, e oggi molto arduo, ma idea condivisa all'interno del comitato empolese, e di tutto il movimento nazionale che sta costruendo questa giornata meticcia di sperimentazione è quella di non fermarsi e andare avanti.
In conferenza stampa abbiamo presentato anche il dossier "Mandiamoli tutti a casa... i luoghi comuni", che smonta, avvalendosi dei numeri reali, i luoghi comuni sull'immigrazione in Italia. Un dato su tutti, spesso si sente il ministro dell'interno annunciare in pompa magna che questo governo ha ridotto drasticamente gli sbarchi sulle nostre coste, sostenendo la tesi che così il governo lotta contro l'immigrazione clandestina: in questi ragionamenti c'è molta malafede e demagogia, in quanto statistiche (del ministero dell'interno stesso) dicono chiaramente che via mare arriva soltanto il 10% dell'immigrazione irregolare. Si dichiara di lottare contro l'immigrazione clandestina ma si fanno, con i respingimenti, atti illegali (prima di espellere chiunque gli stati membri dell'UE devono dare la possibilità alle persone di fare richiesta d'asilo se ne hanno diritto, oltre che disumani (i migranti rispediti in Libia sono certamente destinati a torture di ogni tipo). Il dossier si può scaricare da Internet, anche dalla pagina facebook del comitato per il Primo Marzo 2010 empolese-valdelsa.
La cosa più interessante del Primo Marzo, oltre alla novità del respiro europeo che ha questa iniziativa, è la sua composizione meticcia, che rispecchia quella che ormai è la composizione della nostra società. Sul manifesto nazionale si dice chiaramente che la distinzione tra "noi" (autoctoni) e "loro" (migranti) ha da cadere, per lasciare spazio ad una società inclusiva e cosciente del proprio essere molteplice, con tutte le contraddizioni, i problemi, ma anche i valori, la crescita che ciò si porta dietro. Dunque meticcia sarà la composizione anche del Primo Marzo empolese e italiano, tutti insieme grideremo forte che i diritti sono per tutti e tutte, che non ci sono cittadini di serie A e di serie B. Che il razzismo è una questione che non riguarda solo i migranti, ma riguarda, e da vicino, tutta la nostra società. Italiani e migranti saremo insieme dunque a dire che siamo contro ogni ipotesi di guerra fra poveri, contro ogni contrapposizione fra garantiti e non garantiti, tra occupati e disoccupati, tra precarie e indeterminati, tutto ciò in totale opposizione a quello che sta cercando di imporre l'attuale governo del nostro Paese.

A livello locale i punti della piattaforma, condivisi nelle assemblee del comitato empolese-valdelsa, sono i seguenti:
- NO AL RAZZISMO ISTITUZIONALE
- PER IL RITIRO IMMEDIATO DEL PACCHETTO SICUREZZA
- NO AI CENTRI DI IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE (CIE), NE' IN TOSCANA NE' ALTROVE
- PERMESSO DI SOGGIORNO GRATIS E SUBITO PER TUTTE/I

Invitiamo tutta la cittadinanza democratica e sensibile al problema del razzismo che stiamo vivendo a partecipare insieme a tutti noi all'iniziativa. Tutti gialle. Dalle 15 alle 20.30 in Piazza della Vittoria a Empoli, alle ore 18 lancio dei palloncini, corteo contro il razzismo e per i diritti in Empoli, concertone dei TAMALES DE CHIPIL, che porteranno tutto il loro folk-patchanca e la loro energia.


COMITATO PER IL PRIMO MARZO 2010 EMPOLESE-VALDELSA

sabato 20 febbraio 2010

Verso il Primo Marzo 2010, Domenica 21: cena meticcia, proiezione video su Rosarno "Il tempo delle arance"


Fervono i preparativi, le assemblee e i dibattiti. In tutta Italia i comitati locali stanno organizzando la giornata europea del Primo Marzo 2010 "Un giorno CON noi". In quella giornata ci renderemo visibili, a differenza di molti, troppi, altri giorni dell'anno, anche a Empoli. Scenderemo in strada, giovani, vecchi, uomini, donne e bambini per dire no al razzismo istituzionale, per il ritiro delle leggi razziste che rendono impossibile la quotidianità di milioni di persone che hanno scelto di (o hanno dovuto) migrare e cercare una vita dignitosa in terre lontane da quelle natali.
Insieme italiani e migranti, belli meticci, rivendicheremo il diritto a emigrare, riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. La storia umana è sempre stata storia di migrazioni: senza di esse nessun processo di civilizzazione e costruzione delle culture avrebbe avuto luogo. L'ipotesi di costruzione anche in Toscana di un lager per migranti che avrebbero commesso il "reato di emigrare" ci troverà sempre contrari/e. Grideremo dunque che noi non saremo complici.
Oggi la situazione riguardo i diritti nel nostro Paese è drammatica, c'è un attacco senza precedenti non solo alla dignità umana di migranti e poveri in generale, ma anche a chi fa solidarietà e applica i principi cristiani dell'accoglienza, nonostante da più parti si senta invocare la difesa delle radici cristiane. Padre Carlo D'Antoni a Siracusa è stato arrestato la settimana scorsa per aver accolto chi non aveva un posto dove andare. Molti scampati al tentativo di progrom di Rosarno. Viviamo un paradosso: una legge, da un lato, produce clandestinità (e c'è un'ampia letteratura che dimostra che questo ha fatto la Bossi-Fini, e che le cose stanno andando ancora peggio da quando è in vigore il famigerato pacchetto sicurezza) e, dall'altro, trasforma la solidarietà in reato.
La realtà in Sicilia se possibile è peggiore di quella di Rosarno, e padre Carlo D'Antoni ha sempre denunciato questo stato di cose. Dando a padre Carlo tutta la nostra solidarietà, organizziamo per domani sera, Domenica 21 Febbraio, come tappa di avvicinamento verso il Primo Marzo 2010 e all'interno della campagna di tesseramento dell'associazione, una cena meticcia alle 20 (cous-cous e cucina toscana), e a seguire, alle 22 circa, proietteremo un video sui fatti di Rosarno, per capire meglio cosa è successo veramente, quali sono le cause di tanta rabbia da parte dei lavoratori schiavizzati nei campi, quali sono le condizioni in cui il caporalato mafioso li costringe a lavorare. Per quei fatti addirittura sono stati espulsi e puniti i migranti, nessuno è stato denunciato per sfruttamento della manodopera clandestina, nè per la caccia all'uomo che c'è stata. Questo succede in Italia nel 2010.
Al CS INTIFADA, via 25 Aprile n. 1, Ponte a Elsa, Empoli.
Alle 18 l'Associazione farà un'assemblea per fare il punto sul percorso di avvicinamento al Primo Marzo empolese, tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
Ore 20: cena meticcia.
Ore 22 proiezione di un'illuminante intervista a Roberto Saviano sui fatti di Rosarno e del video "IL TEMPO DELLE ARANCE"
,
realizzato dalla rete antirazzista calabrese e InsuTV:
"Volevano braccia e sono arrivati uomini…
realizzato da InsuTv a Rosarno nei giorni del pogrom e della deportazione dei migranti per ritrovare, nelle immagini e nei racconti dei protagonisti, le ragioni della ribellione contro la violenza e l’apartheid, a cui è seguita la vendetta della mafia e del governo…

Quei grandi di Insu^Tv stavolta sono andati a Rosarno per girare questo video documento, per dare voce ancora una volta a coloro che hanno subito e che non hanno la possibilità di farsi ascoltare, li dove lo Stato Italiano ha fallito ancora una volta, sgombrando persone da un luogo soltanto perchè il colore della pelle di alcuni uomini non è lo stesso di altri uomini!
"
Sarà presente materiale informativo su Rosarno e sul Primo Marzo 2010.

martedì 16 febbraio 2010

Assemblea Pubblica Giovedì 18 Febbraio ore 21.30 al Circolo di Santa Maria

Comunichiamo che Giovedì 18 Febbraio dalle ore 21.30 si svolgerà al circolo di Santa Maria un'assemblea pubblica per organizzare il Primo Marzo 2010. Tutte le associazioni e i cittadini sono invitati a portare le proprie idee e proposte, inoltre discuteremo e renderemo pubbliche le idee e gli aggiornamenti che abbiamo avuto dall'assemblea nazionale di tutti i comitati, che si è svolta Domenica a Bologna.
La novità più importante è che in tutta la regione Toscana lo sciopero è coperto dalla Confederazione COBAS, che ha proclamato per il 1 Marzo 2010 lo sciopero di tutte le categorie pubbliche e private, ad eccezione del settore trasporti.
Dal manifesto nazionale dell'iniziativa:
Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?
Questo movimento nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i più deboli. Si collega e si ispira "La journée sans immigrés: 24h sans nou", il movimento che in Francia sta organizzando uno sciopero degli immigrati per il 1 marzo 2010.
Primo Marzo 2010, una giornata senza di noi è un collettivo non violento che riunisce persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione e orientamento politico.
Siamo immigrati, seconde generazioni e italiani, accomunati dal rifiuto del razzismo, dell'intolleranza e della chiusura che caratterizzano il presente italiano.
Siamo consapevoli dell'importanza dell'immigrazione (non solo dal punto di vista economico) e indignati per le campagne denigratorie e xenofobe che, in questi ultimi anni, hanno portato all'approvazione di leggi e ordinanze lontane dal dettato e dallo spirito della nostra Costituzione.
Condanniamo e rifiutiamo gli stereotipi e i linguaggi discriminatori, il razzismo di ogni tipo e, in particolare, quello istituzionale, l'utilizzo stumentale del richiamo alle radici culturali e della religione per giustificare politiche, locali e nazionali, di rifiuto ed esclusione.
Ricordiamo che il diritto a emigrare è riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e che la storia umana è sempre stata storia di migrazioni: senza di esse nessun processo di civilizzazione e costruzione delle culture avrebbe avuto luogo. La violazione di questo e di altri diritti fondamentali danneggia e offende la società nel suo complesso e non solo le singole persone colpite.
La contrapposizione tra «noi» e «loro» , «autoctoni» e «stranieri» è destinata a cadere, lasciando il posto alla consapevolezza che oggi siamo «insieme», vecchi e nuovi
cittadini impegnati a mandare avanti il Paese e a costruirne il futuro.

Vogliamo che finisca, qui e ora, la politica dei due pesi e delle due misure, nelle leggi e nell'agire delle persone.
Il nostro primo obiettivo è organizzare per il 1° marzo 2010 una grande manifestazione non violenta dal respiro europeo, non solo con la Francia che con la Journée sans immigrés, 24h sans nous ci ha ispirato, ma anche con la Spagna, la Grecia e gli altri Paesi che si stanno viavia attivando. Vogliamo stimolare insieme a loro una riflessione seria su cosa davvero accadrebbe se i milioni di immigrati che vivono e lavorano in Europa decidessero di incrociare le braccia o andare via.
Il 1° marzo faremo sentire la nostra voce in modi diversi, che saranno definiti, di concerto con i comitati territoriali, in base alla concreta praticabilità e all’efficacia.Non ci precludiamo nessuno strumento, ma agiremo sempre nel rispetto della legalità e della non violenza.
Il colore di riferimento di Primo marzo 2010 è il giallo. Lo abbiamo scelto perché è considerato il colore del cambiamento e per la sua neutralità politica: il giallo non rimanda infatti ad alcuno schieramento in particolare.
Vi invitiamo, quindi, a usare già da oggi un braccialettino o un nastrino giallo come segno di riconoscimento.
Per saperne di più: www.primomarzo2010.it, su facebook è attivo il Gruppo Primo Marzo 2010 - Empolese-valdelsa, la mail del comitato locale è primomarzo2010empolese@gmail.com
Tutta la cittadinanza interessata o anche solamente curiosa è invitata a partecipare all'assemblea pubblica di Giovedì 18 Febbraio, ore 21.30 al circolo di Santa Maria a Empoli.

COMITATO PRIMO MARZO 2010 EMPOLESE-VALDELSA

venerdì 12 febbraio 2010

Empoli verso il Primo Marzo 2010, Solidarietà a Joy e Hellen. GIOVEDI' 25 FEBBRAIO Serata di informazione sui CIE

NOI NON SIAMO COMPLICI! NO AI CIE.
Empoli verso il Primo Marzo 2010, Solidarietà a Joy e Hellen.
GIOVEDI' 25 FEBBRAIO Serata di informazione sui Centri di
Identificazione ed Espulsione.


Tutto accade una sera d'estate nel Centro di identificazione ed espulsione di Via Corelli a Milano... faceva “caldo” davvero in quei primi giorni d'agosto nella cella di
due donne, quando Vittorio Addesso, ispettore capo del centro stesso, tenta di stuprare una delle recluse.
Joy, ragazza nigeriana , non ci sta, si ribella alla violenza di uno dei tanti aguzzini, e grazie all'aiuto della sua compagna di cella Hellen, riesce a difendersi!
Successivamente nel C.I.E. scoppia una rivolta generale da parte degli uomini e delle donne rinchiusi, che non vogliono più subire le condizioni disumane e di orrore che caratterizzano la (non)vita dentro questi nuovi lager di stato.
Proprio dopo questo fatto Joy, Hellen ed altre donne nigeriane prima di essere processate e trasferite in carcere, vengono spogliate, spostate in una stanza senza telecamere, fatte inginocchiare e picchiate violentemente.
Ad ottobre vengono tutte condannate a sei mesi di carcere perchè “colpevoli” di aver partecipato alla rivolta nel Cie milanese, nonostante, durante una delle prime udienze, Joy trovi il coraggio di denunciare pubblicamente in aula di aver subito,dopo vari ricatti sessuali, un tentativo di stupro da parte dell’ispettore Addesso.
“Misteriosamente” una settimana fa l’avvocato di Joy scopre di essere stato revocato e che al suo posto è stata nominata un’avvocata d’ufficio, un'emerita sconosciuta.
Tante sono le domande che nasce spontaneo porsi: non sappiamo se la richiesta sia veramente partita da Joy e se abbia subito pressioni o ricatti e per quale motivo abbia deciso di non parlarne col suo avvocato e con l'interpete nigeriana.
Che ci sia qualcuno che vuole insabbiare il fatto e che non vuole si sappia come è andata la vicenda?
Purtroppo non esiste ancora una risposta.
La data della scarcerazione è proprio questa mattina, venerdì 12 febbraio. Joy ed Hellen, usciranno dal carcere di Como e di Brescia, ma rischiano di essere nuovamente rinchiuse dentro uno dei tanti C.I.E. presenti sul territorio nazionale, dove si troveranno davanti altri gestori dell'”ordine”, colleghi di Addesso, che sanno chi sono le ragazze e che coraggio hanno avuto.

Joy ed Hellen hanno portato alla luce la realtà e si sono ribellate ai ricatti sessuali, molestie, violenze e stupri contro le donne, il “pane quotidiano” all'interno dei centri di espulsione. Siamo convint* che il loro coraggio vada sostenuto e che sia fondamentale che venga alla luce questa realtà, sia per chi non la conosce, sia per chi non la vuole vedere!
Non possiamo permettere che Joy ed Hellen tornino nelle mani dei loro aguzzini.
Joy ed Hellen non saranno sole ma troveranno ad accoglierle un presidio sotto le carceri dalle quali usciranno. In solidarietà ad Hellen e Joy denunciamo nuovamente i Cie come luoghi di violenze razziste e sessiste, luoghi in cui i guardiani legittimano e moltiplicano le violenze e gli abusi nei confronti delle donne
rinchiuse, forti anche degli appoggi istituzionali che ne garantiscono coperture e impunità.

Giovedì 25 Febbraio, in avvicinamento alla giornata del Primo Marzo 2010, organizzeremo una serata di informazione su questi Centri di Identificazione ed Espulsione con proiezione di video (i pochi che si riescono a trovare), dibattito e materiale informativo delle associazioni che hanno inchiestato sui CIE (ad esempio medici senza frontiere).

NEI CENTRI DI ESPULSIONE LA POLIZIA STUPRA!
NOI NON SIAMO COMPLICI!
NO AI CIE nè in Toscana nè altrove!
Solidarietà a Joy e Hellen!

sabato 6 febbraio 2010

IL RAZZISMO NON E' SCAROGNA

Questo è un contributo alla discussione e al percorso che anche a Empoli si sono avviati e che ci porteranno al Primo Marzo 2010. "Una giornata senza di noi", così è stata definita da chi l'ha pensata in Francia, "una giornata con noi", così molte realtà in Italia la stanno pensando, realtà meticce composte da migranti e italiani: un giorno CON NOI, con i precari ed i disoccupati, con i lavoratori dipendenti e autonomi, un giorno degli autoctoni e dei migranti, uno giorno con noi TUTTI, per far vedere quanto siamo importanti.
Ciò su cui secondo noi è importante, almeno a livello empolese, riflettere e discutere, è il senso della giornata, cosa diremo il Primo Marzo. Crediamo che dire semplicemente "ci siamo" sia molto, troppo limitante.
Crediamo che la deriva che ha preso l'Italia, in termini di razzismo diffuso, sia a livello soggettivo che collettivo (come è successo nella città di Rosarno in cui si è verificata una vera e propria caccia all'uomo con i fucili), non sia dovuta a sfortuna, o ad una maledizione che ha colpito il nostro Paese, ma ha delle cause ben precise e dunque dei responsabili.
Insomma il razzismo non è scarogna!
Primo responsabile del razzismo diffuso, anche di quello solo apparentemente innocuo dei "discorsi da bar" (è nel suo humus sociale che trovano spazio e legittimità le aggressioni verso il "diverso"), è quello chiamato "razzismo istituzionale", che sta nelle leggi che i governi, a tutti i livelli, emanano. Rendere per legge le persone diverse, dire tramite la legge che c'è chi ha diritti e chi no, escludere dalla cittadinanza una parte (sempre più ampia) della popolazione crea nell'altra parte, quella garantita (sempre più piccola), una reazione che, a volte inconsciamente, fa vedere gli esclusi come inferiori, non degni degli stessi diritti degli altri, quasi non esseri umani al pari di tutti gli altri. Poco importa che poi tali leggi vengano applicate o meno, l'effetto a livello sociale, devastante, resta insito nella sola emanazione della legge, o dell'ordinanza.
Le leggi italiane sull'immigrazione sono chiaramente intrise di razzismo, di esclusione dalla cittadinanza e di demagogia: il pacchetto sicurezza introduce il reato di clandestinità, ma non crea meccanismi atti ad espellere i non regolari, non aumenta minimamente le pene per chi sfrutta la manodopera clandestina, né permette a chi è irregolare e sfruttato di poter denunciare la situazione senza essere espulso. Questa è demagogia, da una parte si dice di voler espellere i clandestini, dall'altra si produce clandestinità e una forza lavoro enorme al di fuori dalla sfera dei diritti e delle tutele, da sfruttare senza rischio di sanzioni, e attraverso il suo sfruttamento uscire dalla crisi. Questo innanzi tutto ha portato alla luce la rivolta di Rosarno.
La Legge Bossi-fini produce strutturalmente illegalità perché impedisce, con calcolo, qualunque forma di regolarizzazione anche per chi ha un lavoro da anni, allo stesso modo in cui rende di fatto impossibile l’attivazione di canali di ingresso legali sul territorio. Pensiamo per un momento all’ultimo decreto flussi, quando 700.000 domande di regolarizzazione furono presentate da altrettanti datori di lavoro che offrivano un posto fisso e la certezza di un’abitazione. Di queste domande solo 170.000 furono accolte perché così stabilivano le quote, lasciando 530.000 persone che avrebbero potuto fare ingresso nella legalità in una situazione di clandestinità forzata. Quale logica può mai giustificare questi dati? È ideologico leggere in questi numeri una volontà politica di far rimanere in una situazione di precarietà assoluta e quindi di sfruttamento il maggior numero di persone possibile?
I Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) sono luoghi in cui rinchiudere non criminali, ma persone che non hanno commesso nessun reato, gli invisibili che il Primo Marzo proveranno a farsi vedere. Nuovi lager, in cui rinchiudere persone come gli esclusi dal decreto flussi, che vivono e lavorano in Italia, persone come gli uomini di Rosarno, sfruttati in Italia, persone oggi regolari, ma che a causa della crisi domani potrebbero perdere il lavoro e dunque il permesso di soggiorno. Ci appare paradossale che in un mondo globalizzato in cui tutto si muove liberamente da una parte all'altra del globo (informazione, denaro, merci...), siano rimasti solo gli esseri umani a non potersi muovere liberamente, a incontrare confini di tutti i tipi ovunque: gli esseri umani, paradossalmente proprio i più tutelati dalle carte dei diritti internazionali.
Oggi saremo in Piazza, insieme al comitato empolese del Primo Marzo, per dire tutto questo, per ribadire che non c'è sicurezza senza diritti, che i diritti si applicano agli esseri umani, non alle loro braccia: siamo prima esseri umani, poi lavoratori.
- PERMESSO DI SOGGIORNO PER TUTTI
- NO AL CIE, NO AI NUOVI LAGER, NE' IN TOSCANA NE' ALTROVE
- CONTRO LA CRISI, BLOCCO DELLA BOSSI-FINI
- TUTTI I DIRITTI PER TUTTI: CASA, LAVORO, SCUOLA, SANITA', REDDITO
- NO AL RAZZISMO, NO ALLA PRECARIETA'